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Lo spread tra i sacrifici. Di Rino Di Meglio

Sciopero unitario del 19 dicembre, una protesta contro la differenza di sacrifici tra cittadini di classi diverse

Lo spread tra i sacrifici. Di Rino Di Meglio lunedì 12 dicembre 2011

In questi ultimi mesi, abbiamo imparato che cosa sia lo spread: un differenza. Se i giornali hanno insistito molto su quello relativo ai rendimenti tra i bond tedeschi e quelli italiani, chiarendo quanto fosse pericolosa per la nostra economia questa forbice, oggi vorremmo che la stessa enfasi fosse usata per parlare dello spread tra i sacrifici di classi diverse di cittadini.

Il Governo Monti ha varato il 6 dicembre 2010 una Finanziaria di

lacrime e sangue, che è stata definita Salva- Italia. Non abbiamo dubbi sul fatto che il nostro Paese si trovi in un grosso pericolo e che tutti noi cittadini stiamo rischiando molto. Né abbiamo elementi per non credere alle autorevoli voci che hanno parlato di casse dello Stato quasi vuote. Tuttavia, la gravità del momento non può impedirci di guardare al Decreto Legge già operativo con occhi critici e di sottolineare come esso abbia diviso i cittadini in figli e figliastri.

Nulla da eccepire sui sacrifici che erano - e lo sappiamo molto bene - inevitabili. Molto da sottolineare, al contrario, sul fatto che questi sacrifici siano stati scaricati ancora e soltanto sulle spalle dei cittadini comuni e che quasi nulla sia stato fatto per eliminare gli sprechi e i privilegi di un ceto politico che è ormai una vera e propria casta inamovibile.

Ugualmente, nulla è stato fatto - anche solo simbolicamente - per intervenire sui cumuli di alcuni dipendenti pubblici, le cui retribuzioni sono addirittura superiori a quella della regina di Inghilterra.

Non abbiamo paura di definire tutto ciò uno scandalo e un´ offesa nei confronti di milioni di lavoratori italiani. Riguardo alla scuola, per ora non vi sono stati interventi diretti sulle spese per l´ istruzione (anche perché non vi è più nulla da tagliare!), ma la riforma delle pensioni è intervenuta duramente sull´ età del pensionamento del pubblico impiego.

Il risultato sarà che nella scuola italiana, la cui classe docente è già una delle più vecchie nel panorama mondiale, avremo una generazione di nonni insegnanti e un esercito di giovani disoccupati.

Il fatto che, con l´innalzamento dell´età pensionabile, nei prossimi anni ci saranno sempre più ultra 65enni in cattedra, dovrebbe rappresentare un motivo di forte preoccupazione proprio per chi governa questo Paese. Senza dimenticare che l´allungamento dell´età pensionabile rischia di condannare le nuove generazioni a una condizione di disoccupazione e precariato molto prolungata, privando i giovani della possibilità di progettare il loro futuro.

Lo sciopero del 19 dicembre, con tutti i sindacati uniti come da tempo la Gilda-Unams andava chiedendo, è una protesta esattamente contro la differenza di sacrifici tra cittadini di classi diverse, perché il decreto ha penalizzato non coloro che dovevano essere colpiti ma solo coloro che potevano esserlo.

Non solo. La Gilda-Unams, in coerenza con la propria storia di sindacato che ha sempre presentato, insieme con le dovute e sacrosante critiche, anche proposte di correzione e di soluzione di misure avversate, prospetta alcuni correttivi alla Manovra, deliberati dalla sua Direzione nazionale, che, se fossero presi in considerazione, allevierebbero il peso gravosissimo di queste misure con vantaggi per la scuola tutta e non solo per i docenti.


Rino Di Meglio
Coordinatore nazionale F. G. U.

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